Il sit-in contro il "bavaglio" ai talk show
aderiscono sindacati, politici e il popolo viola
Videocomunicato Usigrai nei tg della sera: "Diritto di sapere, dovere di informare. Siamo indignati"
E stasera al posto di Ballarò va in onda il documentario "Dittatura" sull'avvento del fascismo
Michele Santoro
ROMA - Una manifestazione di protesta contro la decisione di cancellare le trasmissioni d'informazione della Rai in nome della par condicio è in programma per questa sera alle 20, davanti ai cancelli di via Teulada (dove ci sono gli studi di Ballarò, che sarebbe dovuto andare in onda stasera). A organizzarla,i sindacati Usigrai e Fnsi. E intanto la polemica, sulla contestata decisione dei vertici di Viale Mazzini, non si spegne: anzi si riaccende tra due dei conduttori i cui programmi sono stati fermati, Bruno Vespa e Michele Santoro.
Le adesioni. Dicono sì alla manifestazione il popolo viola, l'Idv, vari altri esponenti politici dell'opposizione, i comitati BoBi (Boicotta il Biscione) e Liberacittadinanza, e altre associazioni. Nel mirino la pronuncia di ieri del consiglio di amministrazione dell'azienda, che per applicare le regole dettate dalla Commissione di Vigilanza, con una maggioranza di 5 a 4, ha decretato il silenzio dei talk show fino alla fine della campagna.
Il videocomunicato. Il sindacato dei giornalisti Rai manda in onda nei tg serali un comunicato contro la delibera del Cda. "I giornalisti della Rai dicono un 'no' fermo ed indignato alla cancellazione per circa un mese, nel periodo elettorale, dei talk show di approfondimento giornalistico. Diritto di sapere, dovere di informarè è sempre questo il principio che ci muove, osservando le conseguenze di un regolamento, a giudizio dell'Usigrai, mal scritto dalla Commissione parlamentare di vigilanza e peggio applicato dal Consiglio di amministrazione della Rai a maggioranza, su proposta del direttore generale e col voto contrario del presidente. La nostra protesta, contro quello che appare evidentemente un bavaglio, si articolerà nelle forme più varie. Chiediamo un immediato complessivo ripensamento di tutte le decisioni che oltre a svilire l'articolo 21 della Costituzione, determinano un danno economico per l'azienda di Servizio Pubblico radiotelevisivo". "Speriamo - conclude il video comunicato del sindacato dei giornalisti Rai - che il nostro appello dia voce anche alla delusione di chi aspettava quelle trasmissioni cancellate".
La polemica Vespa-Santoro. Il primo, in un'intervista alla Stampa, getta la responsabilità dell'accaduto sull'altro, definendolo "l'Attila della par condicio". E il conduttore di Annozero replica a stretto giro: ''Vespa è il mio Gerovital - dichiara - mi sta facendo tornare ragazzino, quando andavamo a scuola c'era sempre quel compagno di classe un po' birbantello che indicava l'altro come responsabile delle marachelle''. ''Ma noi ci battiamo anche per lui - aggiunge - perché quello che sta succedendo non ha precedenti nella storia della tv occidentale'. Controreplica di Vespa: "Non mi sta bene che per le marachelle ripetute di un alunno, venga sospesa tutta la classe".
Le critiche alla decisione Rai. E un appello ai presidenti delle Camere contro quello che viene definito il "bavaglio" all'informazione viene sottoscritto dagli europarlamentari Rita Borsellino e David Sassoli, dal vicepresidente del Pd al Senato Luigi Zanda e dal candidato governatore della Puglia Nichi Vendola. Contro la norma cancella talk-show si pronuncia anche Farefuturo, la fondazione che fa capo a Gianfranco Fini: "Si cancella la politica in nome del coprifuoco di idee - scrive Filippo Rossi, direttore del periodico online Ffffwebmagazine - nasconderla sotto il tappeto come se fosse la cosa più sporca del paese".
La difesa del Cda. Lo stop fino al voto dei talk show era l'unica via per applicare il regolamento della Vigilanza senza incorrere in sanzioni: lo dichiarano i consiglieri Rai di maggioranza Giovanna Bianchi Clerici, Alessio Gorla, Angelo Maria Petroni, Guglielmo Rositani, Antonio Verro.
E al posto di Ballarò... Stasera su RaiTre in prima serata andrà in onda un documentario della Grande storia dal titolo "Dittatura". Tema del programma, ll'avvento del fascismo in Italia: a partire dal famoso discorso di Mussolini sul "potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco per i miei manipoli". Una scelta, quella dei vertici di RaiTre, che forse è casuale. O forse no.
MI PIACCIONO LE COSE GIUSTE E IL BUON SENSO CE LE CONSIGLIA "SEMPRE"!
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